L’amianto oggi è ancora presente in numerosi manufatti e soprattutto in alcune parti strutturali di edifici, ed è ormai un dato di fatto che si tratti di un materiale ad alta pericolosità per la saluta umana. Infatti già a partire dagli anni sessanta del novecento, alcuni studi riportarono l’alto livello di pericolosità dell’amianto, nel momento in cui l’eternit (usurandosi) rilasciava nell’aria le micro-particelle tossiche. Solamente tra il 1992 e il 1994 furono attuate le prime norme relative sia al divieto di produzione, importazione, estrazione e commercializzazione, sia alle attività obbligatorie di bonifica e smaltimento dell’amianto.
Amianto: quando è pericoloso e l’insorgenza di malattie
Che cos’è l’amianto? Un materiale a base di silicio costituito da fasci di fibre molto lunghe, flessibili o rigide, fibre che determinano nello specifico il pericolo dell’amianto: infatti quando il materiale si sfalda, le fibre vengono rilasciate nell’ambiente dando origine a polveri sottili che possono essere inalate fino a raggiungere il livello polmonare. Se vi state quindi domandando quando l’amianto è pericoloso, la risposta è proprio quando ha luogo un processo di degradazione dello stesso: è questo il caso di materiali di tipo friabile o anche compatto, la cui superficie risulta però danneggiata (lastre, tubazioni, serbatoi e via dicendo).
È possibile che un’esposizione a questo tipo di sostanza possa provocare l’insorgenza di malattie nell’organismo umano? Le malattie provocate all’amianto non sono fantascienza: la correlazione tra amianto e malattie è sempre più un tema di discussione.
Nello specifico ecco che cosa accade: le polveri di amianto disperse nell’atmosfera, se inalate possono portare alla comparsa di patologie che coinvolgono i polmoni e la pleura, come la asbestosi (una malattia cronica polmonare) e nei casi più gravi ad alcune forme di cancro ai polmoni (mesotelioma pleurico). Oggi – visto e considerato che le costruzioni ed i manufatti in eternit risalgono ad oramai più di venti anni fa – siamo forse più esposti al rischio di respirarne le polveri, poiché il processo di degradazione potrebbe in molti casi già essere in atto.
Quanto amianto occorre respirare per ammalarsi?
Se vi state chiedendo se esista una percentuale precisa di sostanza tossica inalata che provochi patologie dell’organismo umano, la risposta è che non è determinabile, né tanto meno si può definire con certezza una distanza di sicurezza da rispettare in presenza di eternit, in quanto le polveri nell’aria coprono un’area di estensione indefinita soggetta soprattutto ai fenomeni atmosferici.